TomTom Spark – Recensione e Prezzo

TomTom produce orologi per il fitness da una vita, e se pizza-e-birra che ho appena finito non mi ingannano, è stata la prima ad integrare un cardiofrequenzimentro su un orologio da corsa per le masse. Il suo ultimo modello si chiama TomTom Spark (o Runner 2, dipende da dove lo acquistate) ed aggiunge a questa comodità da polso 3 GB per ascoltare musica mentre si fa attività.

TomTom Spark è multisport, ha GPS e GLONASS con fix veloce A-GPS, è impermeabile fino a 40 metri, ha un cinturino che si smonta e si lava in un attimo, e appunto Bluetooth Smart per il collegamento agli auricolari. Questo per la versione completa; poi ci sono le varianti solo GPS, GPS + Cardio, e GPS + Musica. Io vi consiglio la più completa.

Listino prezzi gennaio 2016

  • TomTom Spark: GPS a 149 euro
  • TomTom Spark Cardio: GPS e cardiofrequenzimetro a 199 euro
  • TomTom Spark Music: GPS, 3 GB di memoria, auricolari a 199 euro
  • TomTom Spark Cardio + Music: GPS, cardiofrequenzimetro, 3 GB a 249 euro

L’azienda ha lavorato per integrare musica e corsa. Si possono importare playlist, si leggono MP3 e AAC, si controlla il volume direttamente dal filo e si ricevono comandi vocali in cuffia, del tipo “parti” “fermati”, “obiettivo raggiunto”, “aumenta la velocità” e via dicendo.

Ora, io amo la musica, ma non sono tipo da correre con qualcosa in cuffia. Primo: non posso permettermelo col traffico che c’è. Secondo: ascolto cose poco adatte. Terzo: sono abituato a sentirmi respirare e non voglio isolarmi così tanto. Però mi rendo conto che la musica è doping quando si è stanchi. Ho fatto un test su strada giusto ieri e, sì, non metterei le cuffiette per tutta una mezzamaratona ma ci farei volentieri qualche lungo la domenica pomeriggio. Probabilmente mi annoierei meno.

Tra l’altro non ho avuto problemi con il collegamento Bluetooth Smart (profili A2DP e AVRC), ed ho apprezzato la possibilità di cambiare traccia sia dal PAD dello Spark sia dalle cuffiette TomTom abbinate (tasti del volume per 2 secondi). I brani si caricano dal pc, con un copia incolla nella cartella apposita; fare le playlist richiede software esterni come iTunes, ma alla fine si tratta sempre di copiare gli mp3 e il file .plist nella memoria dell’orologio approfittando del cavetto USB di ricarica.

Integrare la musica è un’idea per l’amatore. E lo dimostra la stessa attività promozionale di TomTom incentrata sul “non serve più lo smartphone”. Ma è una rarità in questa fascia del mercato ed è un piacere vederla anche ben integrata nel software anziché buttata lì giusto per. Sono dettagli che rendono Spark/Runner 2 un prodotto consigliato a molte più persone.

La schermata di gestione musica su PC/Mac di TomTom MySports Connect. Ma si possono anche copiare gli mp3 direttamente nella cartella interna.

Più complessa, invece, l’analisi del cardiofrequenzimetro. La vecchia implementazione non mi era piaciuta. Su TomTom Cardio mi era sembrata lenta e inaffidabile nella rilevazione, e se da una parte è vero che la misurazione su polso si usa per comodità, diventa comunque inutile quando spara valori troppo lontani dai veri. Le cose sono cambiate con TomTom Spark. Si usa ancora una misurazione PPG ma la gestione è affidata agli algoritmi biomatematici di una nuova azienda: LifeQ.

Spark integra 1 LED rosso, 3 LED verdi e un sensore IR. È hardware Osram, ma quel che conta è il software. LifeQ legge il flusso sanguigno e per il momento tira fuori la frequenza cardiaca con una latenza di circa 10 secondi durante le variazioni (ripetuta, salita, interruzione improvvisa) ma è in grado di fare molto di più tanto che è stata promessa la rilevazione VO2 e VO2 Max nella prima parte dell’anno. Dare un’occhiata alle sue pubblicazioni in PDF può essere uno spunto per approfondire.

Nel test su strada, confrontata con la fascia H7 del mio Polar M400, vedo una frequenza media credibile. L’ho controllata più volte in quei 10 km di corsetta leggera e più volte ho visto valori molto vicini. Attenzione però alla prima parte del riscaldamento. Notate le differenze di rilevazione? È una conferma a quel che vi ho fatto notare in passato – vedi test Intel Peak Basis: serve qualche minuto per leggere i dati nel modo corretto. Forse dipende dallasudorazione e dalla temperatura, o semplicemente sono quei secondi di latenza di cui vi parlavo prima.

La fascia continua ad essere imbattibile (anche nella scomodità) ma se non altro su TomTom Spark c’è una lettura media veritiera. Non va bene per certi allenamenti, è ok per altri; è comunque migliore delle rivali provate, ed ha prospettive di crescita che potrebbero renderlo molto più adatto a sportivi evoluti. Considerato il prezzo di vendita, non è male.

TomTom MySport vs. Polar Flow. Notare le differenze nella rilevazione iniziale della frequenza cardiaca.

Ho altro da dire sulla prova in strada. Ottima la vibrazione (fa la differenza in città), ottimi i comandi vocali, ok la visibilità del display LCD monocromatico (22 x 25 mm, 144 x 168 px) e veloce il fix GPS. Con musica attiva, GPS, cardio e obiettivo impostato su 11 KM, ho consumato un buon 30% della batteria. Credo che non si possano superare le 3/4 ore in questa modalità. Senza musica si migliora molto: ipotizzo 3/4 uscite. Senza GPS, a mo’ di fitness tracker con cardio attivo, si supera la settimana di autonomia.

Non ho provato l’orologio in piscina o in bici. Non posso aiutarvi sulla resa con questi sport.

Ho trovato azzeccato anche il cinturino adesso meno ingombrante, con meno plastica attorno, per un orologio da 50 grammi che finisce per stare al polso senza farsi sentire. Ed è una scelta saggia visto che TomTom Spark fa da fitness tracker giornaliero e notturno, ed ha funzioni specifiche per l’attività al chiuso. Di contro, dato che cambia la forma della cassa, i vecchi caricatori non sono più compatibili – se proprio ve lo state chiedendo.

Per le funzionalità specifiche lato software vi consiglio di guardare la video recensione o scaricare il manuale in italiano dal sito TomTom. In breve, una volta scelta l’attività (corsa, ciclismo, nuoto, palestra e altro – la cassa si smonta e si può inserire in altri supporti) si può impostare un obiettivo, un percorso, una simulazione di gara, e in queste stabilire km o minuti, zone di frequenza cardiaca da mantenere o calorie da bruciare, andature e altro. Non è complesso: c’è un sistema di sottomenù che vi aiuta e un PAD a 4 direzioni che rende tutto intuitivo. Durante queste attività, il display è diviso in più parti, personalizzabili.

Considerazioni finali

Per altri dettagli, ripeto, guardate il PDF. Cosa manca? La possibilità di programmare allenamenti da smartphone/web e poi caricarli nell’orologio, ma diciamo pure che la UI è talmente semplice e veloce da compensare. Difficile, piuttosto, far passare in secondo piano iproblemi di sincronizzazione con Android 6.0 Marshmallow. Non c’è verso di abbinare il mioNexus 6P Gold. Dal forum TomTom scopro che è un problema diffuso, che l’azienda è al lavoro su un fix, e che non succede con tutti i telefoni. Terrò d’occhio la cosa e vi farò sapere.

Nel complesso TomTom Spark è un orologio equilibrato, un giusto mix. Lo avrei voluto con un prezzo appena più basso nella sua variante completa, ma ci penseranno le promozioni online. Al di là delle promesse matematiche degli algoritmi LifeQ, resta concreto e flessibile gà adesso. Il suo software è migliorabile, ma si possono esportare le sessioni su Strava, EndoMondo, Nike+, RunKeeper e altro con due click. Offre un minimo di reportistica anche nell’orologio e questo è comodo quando non serve sempre avere sotto mano tutti i dettagli. Mi è piaciuto, e proverò ancora ad alternarlo al mio solito Polar.

Fonte:  HDBlog

Redazione Autore