Un ritratto ricchissimo e coerente, assai efficace nell’evocare l’anima, oltre che l’immagine, dell’attrice
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![]() Io sono Ingrid e questa è la mia storia”: un nome che, come Audrey o Marilyn, non ha bisogno del cognome per evocare un immaginario cinematografico leggendario. Per tutta la vita Ingrid Bergman ha fotografato e filmato la sua vita conservando quelle fotografie e quegli home movie come se dovesse documentare ogni momento della propria esistenza, a se stessa prima ancora che agli altri. “Era il suo modo di trovare le radici”, dice la figlia Isabella Rossellini in Io sono Ingrid: quelle radici che, in un’intervista televisiva, l’attrice svedese diceva di non ritenere necessarie. Dunque il regista e critico cinematografico svedese Stig Bjorkman ha avuto solo l’imbarazzo della scelta nel trovare materiale sul soggetto del suo documentario, ma ha saputo fare una cernita oculata e intelligente, riuscendo a costruire come un puzzle un ritratto ricchissimo e coerente, assai efficace nell’evocare l’anima, oltre che l’immagine, dell’attrice. |
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Titolo originale: Jag är Ingrid

Nella primavera del 2011, il regista Stig Björkman conobbe la figlia di Ingrid Bergman: Isabella Rossellini. Lei suggerì di “fare un film su Mamma” e così, tramite Isabella, Stig riuscì a raccontare la storia di Ingrid con le sue parole e le immagini di film da lei girati. Attraverso le sue riprese private, i suoi appunti, le lettere, i diarie e le interviste con i suoi figli e amici il documentario presenta un quadro mai visto prima della vita dietro le quinte di una giovane donna svedese che diventò una delle più celebrate attrici del cinema Americano e mondiale.
- DATA USCITA:
- GENERE: Biografico, Documentario
- ANNO: 2015
- REGIA: Stig Bjorkman
- SCENEGGIATURA: Stig Bjorkman
- FOTOGRAFIA: Eva Dahlgren, Malin Korkeasalo
- MONTAGGIO: Dominika Daubenbüchel
- PRODUZIONE: Chimney, Mantaray Film
- DISTRIBUZIONE: BIM
- PAESE: Svezia
- DURATA: 114 Min
EVENTO SPECIALE AL CINEMA IL 19 E 20 OTTOBRE CON ‘IO SONO INGRID’, DEDICATO ALLA BERGMAN Un ritratto sincero e affettuoso del lato più intimo di Ingrid Bergman, realizzato grazie a riprese private, diari, appunti e lettere dell’attrice.”Ingrid Bergman in Her Own Words” di S. Björkman “Ingrid Bergman in Her Own Words” di S. Björkman PUBBLICITÀ
Nata a Stoccolma in un giorno di fine estate del 1915, Ingrid Bergman fu una delle pochissime attrici europee che, ancora giovanissima, riuscì a conquistare Hollywood, guadagnando soldi e popolarità: bellissima, con un fisico imponente e asciutto, i capelli biondo cenere tagliati corti e lo sguardo blu e profondo, la svedese più amata dagli studios era tanto determinata quanto dolce, tanto sicura in ambito professionale, quanto sensibile in quello privato. Nonostante le pressioni, rifiutò di cambiare stile, di aggiustarsi i denti leggermente irregolari, di depilarsi le sopracciglia, di indossare tacchi alti, di adottare un nome d’arte: non volle mai essere nient’altro che se stessa e snaturarsi per lei non fu mai un’opzione.
Quando anche il glam hollywoodiano cominciò a starle stretto, prese carta e penna e scrisse a Roberto Rossellini una lettera che avrebbe segnato la storia del cinema e dato origine a un sodalizio professionale, umano e sentimentale da cui nacquero film indimenticabili e tre figli. Ma anche quel legame, che generò scandalo e costò alla volitiva attrice l’allontanamento dalla figlia avuta dal marito e il ripudio americano, si ruppe. Quando le fu diagnosticato un tumore al seno, male contro cui combatté molti anni prima di morire nel 1982, la Bergman decise di raccogliere tutte le sue memorie: filmini privati realizzati nei backstage dei suoi film, diari, appunti e lettere scambiate con famigliari e amici, alcuni dei quali vere e proprie leggende del Novecento intellettuale e artistico, come Ernest Hemingway: lei che in tenera età aveva conosciuto il dolore di perdere chi si ama (la madre quando era ancora piccolissima, il padre e la zia che si occupavano di lei quando era appena adolescente), temeva di uscire di scena senza lasciare un segno nelle vite di chi l’aveva accompagnata lungo la strada.
Mamma Ingrid
L’idea di utilizzare tutto il materiale che la Bergman, con la precisione e il pragmatismo che le erano propri, aveva raccolto e organizzato, è venuta alla figlia Isabella Rossellini, in occasione dell’incontro con il regista svedese Stig Björkman: insieme hanno dato vita a un documentario dal titolo ‘Io sono Ingrid’, presentato all’ultima edizione del Festival di Cannes, i cui film vincitori (come ‘The Lobster’) stanno uscendo proprio in questi giorni nei cinema italiani. ‘Io sono Ingrid’ resterà nelle sale per soli due soli giorni, lunedì 19 ottobre e martedì 20 ottobre: un’occasione per entrare nella dimensione più intima di una donna che amava definirsi un ‘uccello migratore’, cittadina del mondo capace di adattarsi a qualsiasi ambiente e di mimetizzarsi in qualsiasi cultura, attrice che onorò fino alla fine la sua passione più grande, quella della recitazione come fuoco esistenziale e ricerca di senso, missione di bellezza e conoscenza.
Tra i figli che, nel documentario, le dedicano un ricordo, colpisce la più grande, Pia Lindström, avuta dal primo marito e per molti anni lontana da lei: è palpabile, nelle sue parole, un sentimento mai estinto di esclusione e di inadeguatezza nei confronti di una madre agli occhi della quale sospettava di apparire noiosa, poco interessante. Del resto, l’impressione è che mamma Ingrid cercasse di combinare al meglio desideri personali di crescita, passioni individuali e responsabilità materne, cercando l’equilibrio tra ambizioni professionali e affetti famigliari come un acrobata sul suo filo: con il timore di non farcela e la certezza di dover provare ad arrivare fino in fondo.Io sono Ingrid è il documentario dello svedese Stig Björkman che racconta la storia di Ingrid Bergman con le sue parole e le immagini di film da lei girati. Dopo esser stato presentato al Festival di Cannes nella sezione Classici, arriva al cinema per due giorni, il 19 e 20 ottobre, con Bim Distribuzione.
Nella primavera del 2011 Björkman conobbe Isabella Rossellini, figlia della mitica attrice svedese. Lei suggerì di “fare un film su mamma“. E così, grazie a Isabella, è nato questo doc che esce proprio nell’anno in cui ricorre il centenario dalla nascita di Ingrid Bergman.
Mrota il 29 agosto 1982, Ingrid Bergman fu nominata sette volte per l’Oscar come migliore attrice protagonista e vinse tre volte, affermando la sua fama come una delle attrici più talentuose dell’epoca d’oro di Hollywood. Tra i suoi titoli più celebriCasablanca (1942), Gaslight (1944) e Sinfonia d’autunno (1978).
Attraverso le sue riprese private, i suoi appunti, le lettere, i diari e le interviste con i suoi figli e amici, Io sono Ingrid presenta la vita dietro le quinte di una giovane donna svedese che diventò una delle più celebrate attrici del cinema americano e mondiale.
In questo video in esclusiva un estratto di Io sono Ingrid.