Apple tv 4(fine 2015) è un nuovo approccio verso le Smart TV di Apple, quasi un voler rinnegare quanto portato avanti fino a due settimane fa. Il modello appena uscito aggiorna l’hardware, cambia il software e passa da telecomando a controller touchscreen, puntando da una parte ai casual gamers e dall’altra all’essere familiare per gli sviluppatori. Non stravolge e non rinnova il settore, ma fa in modo che i suoi utenti abbiano quel che vanno cercando, quel tipo di esperienza a cui sono legati, su uno schermo più grande.
E questo significa anche cercare e installare apps di ogni genere, interagire con Siri, magari avere software che permetta di sfruttare anche dati e display di iPhone e iPad. Per questo unApp Store dedicato a tvOS 9, fatto dall’azienda che ha la maggiore esperienza in queste cose, è ovviamente un’idea che ha senso. A 2 settimane dal lancio resta comunque difficile tirare le somme e trarre delle conclusioni. Ecco perché nel video vi dico che è dura, adesso, decidere ma non impossibile, ora, dire cosa c’è di bene e cosa c’è di male.
Iniziamo con l’analisi tecnica: ci aiuta a intuire quale discorso Apple vuol portar avanti, cosa intende fare di Apple TV 4 e in che modo. Abbiamo già detto della voglia di agevolare i devnello sviluppo di apps, ed ecco perché è stato scelto il SoC Apple A8 64-bit, Dual Core usato già su iPhone 6 e qui libero dalle restrizioni energetiche quindi senza freni, più prestante. Ma ci sono altri dettagli.
Analisi tecnica e prime indicazioni
La configurazione prevede 2 GB di RAM (rarità per Apple), 32 o 64 GB di spazio eMMC, una porta HDMI con supporto HDMI-CEC, una WiFi ac, Bluetooth 4.0, il ricevitore IR e una USB-C al momento limitata alle sole procedure di alimentazione. Il tutto su un telaio ancora da 10×10 cm ma adesso alto 3.5 cm per far spazio ad alimentatore e dissipatore più grandi. Il discorso si può approfondire in quattro punti chiave:
- La porta Ethernet è una 100 Mbits, non Gigabit, tra l’altro ottenuta con un modulo che sfrutta la USB su scheda. È una velocità che basta e avanza per lo streaming online e per quelle che sono le funzionalità AirPlay, sopratutto quando accompagnata da una buona WiFi ac.
- L’uscita HDMI è vincolata a 1080P@60Hz nonostante da specifiche possa arrivare a 4K@30Hz. Anche qui, lo streaming 4K è un nonnulla rispetto al Full HD, e comunque non è scritto da nessuna parte che debba rimanere così per tutto il ciclo di sviluppo del sistema. Apple potrebbe abilitare il 4K più tardi. Resta comunque il controsenso del non poter sfruttare Netflix alla massima risoluzione e non poter guardare i video registrati dagli ultimi iPhone nella maniera più nitida.
- Il Bluetooth fa collegare accessori extra, e tra questi ci sono gamepad da gioco, cuffie di terze parti, altoparlanti wireless ma non tastiere e mouse/trackpad – neanche gli stessi Apple Magic 2. È un’indicazione specifica presente nelle FAQ di Apple TV 4. Così si rende scomodo inserire le credenziali di accesso ai servizi che lo richiedono, perché farlo con il controller touch mette alla prova i vostri nervi. Ma sopratutto si impedisce di usare Apple TV collegata ad un monitor a mo’ di PC, che so per scrivere o trovare il modo di navigare. Non a caso anche il browser web è disattivato.
- Senza uscita audio ottica S/PDIF si rende più complicato sfruttare la qualità digitale a chi possiede ampli non recenti (leggi: senza porta HDMI). Si risolve con uno sdoppiatore o passando prima dalla TV, ma può essere vista come una complicazione inutile.
In altre parole Apple non vuole farne un mediacenter universale da salotto e vuol mantenersi un certo margine per aggiornamenti hardware futuri preferendo, adesso, concentrarsi su quella che è l’esperienza utente, le modalità di fruizione dei contenuti, e di consequenza tutto quel che riguarda il software, il sistema operativo, tvOS. È per riuscirci deve passare dal controller touchscreen. Prima di parlarne, due righe sui consumi di Apple TV. Sono buoni: 1.2 watt in standby su presa e circa 5/6 watt a regime. La dissipazione del calore non dà fastidi né noie tanto che installarla in un luogo diciamo pure nascosto può essere fattibile.
Il controller touch è (quasi) una buona idea
Siri Remote – come è chiamato nei paesi in cui è attiva l’assistenza vocale per cercare un po’ di tutto, dai film agli attori al tempo che fa, fino al far partire un po’ di blues anni 30 del delta – è un pregevole pezzo d’hardware, più largo del precedente ma anche più compatto e maneggevole. Forse solo un po’ piccolo quando a mo’ di volante da auto.
Ha 2 microfoni, una zona touchscreen in vetro gestita da dallo stesso controller Broadcom di iPhone 5 e iPad Air – anche cliccabile, un trasmettitore IR per clonare i codici degli altri vostri telecomandi e quindi gestire apparecchi diversi (ma non c’è il tasto Power, quindi non potrà essere l’unico da tenere sul divano) e una batteria interna da 410 mAh da caricare con cavo Lightning. Inoltre, integra accelerometro e giroscopio per funzioni a la WiiMote. Funziona bene, niente da dire, e assicura mesi di autonomia con una sola carica.
Ma sarà familiare e intuitivo a chi conosce le gesture di un iOS, a chi ha uno smartphone, un iPhone, un iPad; sarà un incubo per un genitore abituato al feedback dei tasti, ad una persona poco avvezza alla tecnologia. Non è questione di fare swipe a destra, swipe a sinistra, dall’alto verso il basso, dal bordo sinistra al centro, un click, due click, due click sul tasto Home (multitasking) e compagnia bella. Queste sono operazioni semplici facilitate anche dalla scorrevolezza hardware del controller Apple.
Si tratta di avere la pratica per farle in successione, il dito allenato per dirla in modo semplice, senza dimenticare l’occhio che a sua volta deve percepire le reazioni, quel menù contestuale che scrolla e quei 5 px che simboleggiano l’avanzamento veloce dei filmati. Insomma, io ci penserei due volte prima di installare una Apple TV nella TV principale di casa dei miei!
Apple può lavorarci su, magari integrare un PAD direzionale vecchio stile nella parte bassa del controller, quella che ora nasconde la batteria (vedi il teardown di iFixit) o comunque poco più in basso. Anche lato software di può fare qualcosa, migliorare una UI che per è già comunque nuova e da completare ma che risulta gradevole e complicata “il giusto”. Ho registrato unvideo approfindimento su tvOS, un focus vecchio stile con tutte le parti importanti del nuovo sistema operativo. Guardatelo e fatevi un’idea.
tvOS 9 nasce da una costola di iOS 9, e riprende quello stile e quel modo di fare. La sua interfaccia è sviluppata a sezioni orizzontali, con la prima che è contestuale o di approfondimento e le altre che seguono un approccio a griglia. Per farvi capire, selezionare l’icona Movies mostrerà nella prima sezione i film, selezionare Music cambierà le copertine con quelle di album o artisti, e via dicendo. In alto sono anche mostrati i menù extra: nei film significa quelli per i sottotitoli, nella musica quelli delle categorie, lo stesso su App Store e così via.
tvOS è un continuo divenire. Non permette di gruppare le icone/apps i cartelle, non ha il web browser, non fa dividere lo schermo a metà, non permette di collegare una tastiera Bluetooth per scrivere ma obbliga ad usare il suo scomodo sistema a scorrimento lettera per lettera, numero per numero, simbolo per simbolo. Alcune della mancanze sono in arrivo, altre vanno sbloccate con hacks, certe non verranno mai implementate. In alcuni mercati, inoltre, vengono già permesse funzioni extra (come le categorie in Store o la stessa integrazione vocale Siri).
Il ciclo di rilascio di tvOS 9 seguirà quello di iOS. Non passa giorno senza una novità sulla prossima beta o senza l’annuncio di una top app in arrivo. Popolare lo store non sarà un problema, e nemmeno avere quelle apps extra per renderla più simile ad una centro multimediale a tutto tondo. Parlo di Plex (già presente), VLC, Infuse 4, Beamer 3. Non si tratta di renderla un box Android, ma di farne quel dispositivo casalingo da tenere acceso il più possibile – e anche sfruttare le potenzialità dell’avere un App Store potenzialmente universale.
Ho avuto un solo caso di app bloccata con schermo nero (Netflix) ma è bastato chiuderla da Multitasking e non ho visto cali di refresh rate o rallentamenti nella UI. Si notano certe incongruenze sulla mappatura del controller durante i giochi: adesso, su Beach Buggy Racing, la parte touch deve stare a sinistra, mentre su Asphalt a destra, e personalmente vorrei un risveglio dallo standby più reattivo. Sono convinto che l’integrazione con AirPlay sarà ancora la chiave per sfruttarla del tutto, e sono curioso di seguire lo sviluppo relativo alla parte gaming.
Considerazioni finali
In una parola considero Apple TV 4 intrigante, nel senso puro del “coinvolgere e attrarre”. È tanto giovane e incerta da far venir voglia di seguirla e vedere cosa ne sarà, a maggior ragione quando si realizza che la pericolosa idea di un box vincolato e ingabbiato è già stata sviluppata e per fortuna messa da parte con le versioni precedenti.
tvOS 9 ha il potenziale per fare tutto, ha uno stile piacevole e una qualità grafica davvero importante: la contestualizzazione dei colori al contenuto in visione è un esempio, ma anche icone e copertine su livelli per l’effetto 3D che ne deriva quando si muove il controller sopra. Apple deve limarne certe zone di configurazione (la procedura automatica di attivazione non funziona se non trova un server DHCP in ascolto) e fare in modo che App Store non esca dai suoi canoni – ma sono certezze più che consigli.
Però non è per tutti, e non mi riferisco ai vantaggi dell’usarla con i servizi Apple, con Netflix e compagnia bella. Controller touch e gestione della UI sono pretenziosi; certi limiti hardware sono vincolanti; visto l’inizio, poteva starci una versione 16 GB a 129 euro. Da noi, senza un Siri localizzato, perde un po’ di quella magia che ti porta a comprarla dopo aver visto una demo in Apple Store. E il Remote Loop doveva essere incluso nella confezione perché può essere usato solo e soltanto sulla Lightning di questo controller. Insomma: ci sono certi angoli da smussare per fargli fare davvero la differenza – ma la seguiremo e vi faremo sapere. Per altri dettagli visitate la pagina dedicata su Apple Italia.