Come vedere Pan – Viaggio sull’isola che non c’è (2015) Streaming
Apoteosi della manipolazione creativa della fiaba e suo punto di non ritorno. Peter Pan si ritrova ma lo spettatore si perde
Nei pressi dei giardini di Kensington, una donna abbandona il suo neonato sulla soglia di un orfanotrofio. Al collo gli mette una catenina che ha per ciondolo un flauto di Pan e nella cestina una lettera in cui promette che si rivedranno “in questo mondo e in un altro”. Per dodici anni, però, il piccolo Peter non vede altro che la brutta faccia della suora superiore che gestisce la casa degli orfani come una prigione, finché una notte, nel bel mezzo dei bombardamenti aerei, non viene rapito dai Pirati di Barbanera e costretto ad un’altra prigionia nelle sue miniere di polvere di fata, sull’Isola Che Non C’è. Sarà grazie al suo compagno di sventura James Uncino e poi alla guerriera ribelle Giglio Tigrato che Peter troverà il coraggio di combattere Barbanera e di accettare il suo speciale destino.
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“A sbagliare le storie” siamo autorizzati tutti. Lo facciamo fin da piccoli alla luce del sole e proseguiamo da adulti quando è l’ora notturna dei sogni. All’inizio del testo originale di J. M. Barrie, un attimo prima di presentare Peter Pan, il narratore parla esattamente di questo, ovvero di come lui e il figlio David facciano lievitare lo spunto di partenza: “prima io racconto la storia a lui, e dopo lui rifà il racconto a me, colla differenza che non è più la stessa storia; e allora io torno a raccontarla ancora a lui colle sue addizioni e varianti, e così si va innanzi finché nessuno può più dire se la storia è mia oppure sua”. Curiosa premonizione, in fondo, se si pensa che forse nessuna storia moderna si è spinta così in là rispetto alle righe di partenza, grazie alla fantasia di sceneggiatori e animatori, fino alla seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino.
Il film di Joe Wright si presenta come il prodotto dell’apoteosi di questo metodo creativo ma anche come il suo punto di non ritorno. Alla fine diPan saremo stati dappertutto – nella Londra di Dickens e nel mar dei Caraibi di Bruckheimer, al fianco di Han Solo e della Principessa Leila (Uncino e Giglio Tigrato), all’Opera cinese (con Rooney Mara, perfetta) e nel regno scientifico dei cristalli, nell’arena degli Hunger Games (con Hugh “Barbanera” Jackman, la nota più debole del film), tra gli anelli di Saturno e tra le Sirene in sensuale girotondo – e a quel punto, Peter Pan si sarà anche trovato ma noi ci saremo certamente persi.
Che fine ha fatto la storia del “bambino che sapeva volare”? C’è e funziona (funziona sempre, è un classico mica per niente), ma è sepolta sotto una caterva di invenzioni narrative e visive che, prese singolarmente, affascinano di certo, ma, accumulate l’una sull’altra, ben presto sfiniscono e vien voglia di scappare da Neverland, come sarebbe giusto e filologico fare, ma qui no, quello no, perché non si sa mai, le storie sono manipolabili all’infinito e la possibilità del sequel sempre dietro la porta.
Pan – Viaggio sull’isola che non c’è
Joe Wright si scopre fantasy e ci racconta le origini del bambino che non voleva crescere. Con magia e leggerezza
Pan
Chi era Peter Pan, “il bambino che non voleva crescere” nato dalla fantasia di J. M. Barrie? Dopo essersi cimentato con altri grandi classici della letteratura (Orgoglio e pregiudizio, Espiazione, Anna Karenina), il regista inglese Joe Wright prova a cambiare registro – votandosi al fantasy (e al 3D) – e prende letteralmente il timone di un viaggio che vuole raccontarci quali fossero le (presunte) origini di uno tra i personaggi più iconici (anche grazie a Walt Disney, as usual) del secolo scorso.
Abbandonato in un orfanotrofio, Peter (Levi Miller) all’età di 12 anni – durante la Seconda Guerra Mondiale – viene “prelevato” insieme ad altri orfanelli da un macabro vascello pirata: destinazione l’Isola che non c’è, dove farà ben presto conoscenza con il temibile Pirata Barbanera (Hugh Jackman), che cerca disperatamente l’eternità. Il ragazzo farà presto amicizia con James Uncino (Garrett Hedlund), altro orfano schiavo un po’ più grandicello di lui e, insieme, riusciranno a raggiungere i territori dei nativi. Qui, anche grazie a Giglio Tigrato (Rooney Mara), Peter scoprirà chi era sua madre e qual è il destino che lo aspetta.
Cercando una difficile commistione tra prodotto per famiglie e suggestioni visive mai banali (anche cedendo alle lusinghe del 3D…), Joe Wright si getta senza troppe presunzioni all’arrembaggio: il prologo dalle atmosfere dickensiane, poi l’incredibile viaggio verso un luogo ambivalente, da una parte inospitale e arido (la profondissima cava con le miniere dove vediamo fare l’ingresso di Barbanera sul coro di “Smells Like Teen Spirit” dei Nirvana…), dall’altra – oltre la barriera – rigoglioso e pieno di vita, custode di tradizioni e regni incantati. La volontà è quella di far combaciare il percorso di scoperta verso la magia, chiedendo allo spettatore di imparare ad allentare le redini del controllo, di prendere fiducia e spiccare il volo insieme a Peter. E tutto sommato la cosa funziona, al netto di qualche lungaggine.
Ora non bisognerà far altro che aspettare il sequel per scoprire perché Capitan Uncino (che si chiama così ma ha ancora entrambe le mani…) e Peter Pan – da grandi amici – si siano trasformati in nemici: forse molto dipenderà dal personaggio di Wendy… Chi vivrà, vedrà.
Peter è un dodicenne biricchino con una insopprimibile vena ribelle, ma nel triste orfanotrofio di Londra dove ha vissuto tutta la vita queste qualità non sono ben viste. In una notte incredibile Peter viene trasportato dall’orfanotrofio dentro un mondo fantastico, popolato da pirati, guerrieri e fate, chiamato Neverland. E lì si ritrova a vivere straordinarie avventure e a combattere battaglie all’ultimo sangue nel tentativo si svelare l’identità segreta di sua madre, che lo aveva abbandonato tanto tempo prima, ed anche il suo posto in questa terra magica. In una squadra formata dalla guerriera Giglio Tigrato e dal suo nuovo amico di nome James Hook, Peter deve sconfiggere lo spietato pirata Barbanera per salvare Neverland e scoprire il suo vero destino, diventare l’eroe che sarà conosciuto per sempre con il nome di Peter Pan.
DATA USCITA:
GENERE: Avventura , Commedia , Family ,Fantasy
ANNO: 2015
REGIA: Joe Wright
ATTORI: Hugh Jackman, Amanda Seyfried,Rooney Mara, Garrett Hedlund, Nonso Anozie, Levi Miller, Cara Delevingne, Kathy Burke
SCENEGGIATURA: Jason Fuchs
FOTOGRAFIA: Seamus McGarvey
MUSICHE: Dario Marianelli
PRODUZIONE: Berlanti Productions
DISTRIBUZIONE: Warner Bros. Italia
PAESE: USA
DURATA: 111 Min
FORMATO: 2D e 3D
News:
Pan: alla riscoperta dell’isola che non c’è
“seconda stella a destra poi dritto fino al mattino” è la strada da percorrere per arrivare all’isola che non c’è, l’isola sognata da tanti bambini e perfino da qualche adulto. Quell’isola della nostra infanzia abitata da fate, indigeni e pirati, ma questa volta non sarà Peter a portarci per mano verso questo mondo incantato, bensì la nave del temutissimo Barba nera (interpretato da un favoloso Juge jackman). “Pan” è la storia di come Peter Pan è diventato Pan, questa volta il nostro amico, con nessuna voglia di crescere, vive in orfanotrofio gestito da suore tutt’altro che amorevoli e gentili. Rapito durante la notte dagli scagnozzi di Barba Nera arriva sull’isola che non c’è, che ha mutato totalmente immagine da come ce l’aveva presentata Wal Disney, il posto che lo aspetta sono le miniere dove il compito di ogni persona reclutata sarà quello di trovare la polvere di fata per Barba Nera. Proprio in questo cupo e triste luogo Peter incontrerà capitan Uncino, per il momento conosciuto solo come James Uncino. insieme i due riusciranno a fuggire e si inoltreranno nella profondità della foresta magica dominata da strani animali e una popolazione indigena che aiuterà Peter a riscoprire le sue origini e il suo scopo: salvare Neverland da Barba nera e diventare l’eroe conosciuto come Peter Pan.
A dominare questo meraviglioso viaggio è la fantasia e la dinamicità delle battaglie che riescono a coinvolgere pienamente lo spettatore che per un ora e cinquanta potrà vivere in un mondo del tutto fiabesco, lasciandolo tornare alla vita comune con il suono di un unica frase: “fa pensieri felici”.
Recensione di “Pan: viaggio all’Isola che non c’è”
Avete presente quelle storie che vi hanno fatto sognare da bambini, ma che una volta cresciuti, non siete più in grado di apprezzare come un tempo? Ecco, questo è quello che ci si aspetta, quando si va a vedere un live action, di una delle fiabe più famose di tutti i tempi: Peter Pan. La storia del bambino che non voleva crescere, ma capace di volare con la polvere di fata, ha conquistato intere generazioni e a quanto pare, non aveva ancora finito di stupirci. In seguito al celebre cartone animato targato Walt Disney, Peter Pan è stato un soggetto ripreso da moltissimi registi e interpretato da celebri attori, come Robin Williams, nel film “Hook-Capitan Uncino” diretto da Steven Spielberg.
Dopo tante rivisitazioni nessuno nutriva grandi speranze verso il nuovo film “Pan-viaggio sull’isola che non c’è”. Nemmeno la sottoscritta era molto entusiasta di questo ennesimo remake, ma dopo 111 minuti di pellicola ha dovuto ricredersi. Uscito nelle sale lo scorso 12 novembre ha saputo emozionarmi dall’inizio alla fine. D’altronde sarei rimasta davvero delusa, se lo studio che ha prodotto Harry Potter, avesse realizzato un film banale e scontato sotto ogni aspetto. La storia che il regista Joe Wright ci presenta, infatti, non è la classica favola che tutti noi conosciamo, ma il prequel di Peter Pan! “Tutte le leggende hanno un inizio” è proprio una delle frasi di apertura del film, in cui scopriamo le origini dell’eterno bambino.
Scopriremo la storia dell’orfano Peter, abbandonato dalla madre, che ha imparato a volare sfuggendo alla morte sull’Isola che non c’è. Scopriremo che all’inizio James Uncino, prima di diventare il suo acerrimo nemico, era la persona a lui più cara, così come Barbanera, il pirata più temuto di tutti i tempi, la vera nemesi della storia. Effetti speciali, realizzati con le più innovative tecniche 3D, davvero spettacolari, e sequenze bellissime dai paesaggi mozzafiato, accompagnano lo spettatore durante tutto il film. Senza rivelare altro sulla trama, che mi ha stupita per l’inattesa originalità, devo dire che il regista ha creato dei simpatici espedienti narrativi, per raccontare flashback sul passato del protagonista.
L’attore che interpreta Peter, è il giovane Levi Miller, che mi azzarderei a definire unenfant prodige, viste le sue strabilianti abilità recitative, considerando che la maggior parte delle scene sono realizzate al computer, con il green screen. Hugh Jackmanormai si sa che è un attore brillante, che ogni volta riesce a calarsi alla perfezione nella parte e anche in questa occasione è stato davvero impeccabile; apprezzabile che il doppiatore italiano sia rimasto lo stesso degli altri suoi film, perchè trovo che lo valorizzi al meglio. Tocco di stile la sua entrata in scena, accolto da una folla di schiavi costretti a cantare a squarciagola “Smells like teen spirit” dei Nirvana, semplicemente fantastica. Per i nostri lettori maschi annuncio che la famosa modella Cara Delevigne, è presente nella pellicola, recitando una piccola parte nelle vesti delle belle sirene (si esatto, tutte le sirene hanno il suo volto).
Non mi ha convinto molto, invece, la figura di Giglio Tigrato perchè nella storia originale era la giovane figlia del capo tribù, coetanea di Peter, mentre nel film è una donna adulta, abile guerriera e per nulla bisognosa di aiuto. La scelta dell’attrice non l’ho trovata particolarmente felice, perchè l’affascinante Patricia Rooney Mara, ricorda davvero poco una guerriera di una tribù indigena. Anche l’attore che recita nei panni di un giovane Uncino, inesperto del mondo:Garrett John Hedlund, non mi è piaciuto molto. Il suo personaggio mi è sembrato troppo stereotipato e non ben definito, poiché alla fine non rivela niente delle sue origini, né di come sia finito sull’isola. Dopo aver visto l’ultimo Jurassic Park, lo vedevo meglio come addestratore di velociraptor piuttosto che apprendista pirata, ma sono solo punti di vista.
Da sottolineare la particolare sensibilità del regista nei confronti degli spettatori più piccoli, in quanto ha reso questo film davvero adatto a tutta la famiglia. Ha rinunciato all’inserimento di scene cruente, sostituendo al sangue nuvole di colore, per rappresentare la morte dei varipersonaggi. Un film che mi è piaciuto molto e che fa tornare bambini. Lo consiglio agli amanti del fantasy e di Peter Pan, perchè in fondo lo so, che tutti, almeno una volta, abbiamo sognato di raggiungere: l’Isola che non c’è.
“Tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di essi se lo ricordano” (A. De Saint-Exupéry)
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