Come vedere The Pills: Sempre meglio che lavorare (2016) in Streaming

La recensione di The Pills: Sempre meglio che lavorare (2016)

Okay, qui da fuori mi appare un bel 3.3 come valutazione da parte degli utenti, ma nessuna recensione, il che mi suggerisce che forse la briga di vedere il film e di motivare il loro dissenso non se la sono nemmeno presa. Perfetto così. Io l’ho visto, ed ora gli do 5 stelle, anche se è un film da 3 stelle. Perché? Perché il lettore occasionale non deve venire influenzato da giudizi che non esistono, per quanto cose come questa possano avere un’importanza relativa. In questo caso perché può essere importante non influenzare negativamente il pubblico generalista con giudizi peraltro ingiusti? Perché è un’opera prima? Forse. Ma non è un’opera prima qualsiasi, è l’opera prima di un team creativo che viene dal web, che sul web rappresenta sicuramente il top della qualità in quanto a scrittura ed umorimso, e che ha saputo dire – che piaccia o meno – qualcosa di nuovo, spiccando immediatamente in mezzo al mare immenso di mediocrità che per anni abbiamo sopportato passivamente. Non si tratta di certo della prima realtà che sbarca nella sale dal web, ma di sicuro di una delle pochissime a meritarlo sul serio. Quindi, dopo questa necessaria premessa, vediamo cosa va e cosa non va bene nel film.

 

Prima regia cinematografica per Luca Vecchi, il film ci dimostra che il giovane filmaker sa il fatto suo: oltre a dividersi tra il ruolo di regista e quello di co-protagonista con notevole disinvoltura, trova anche delle interessanti soluzioni visive, rendendo il film sopra la media delle commedie italiane già solo così. Complice anche una fotografia di buon livello, il film soddisfa pienamente dal punto di vista tecnico.

A lasciare a desiderare è sicuramente la scrittura, che avrei preferito più solida, meno fondata sugli sketch e più sulla narrazione, benché si rida di gusto spesso e volentieri. I limiti cominciano a palesarsi nella seconda parte, quando il film non manca di regalarci battute e momenti ben riusciti, ma perde purtroppo abbastanza il ritmo.

Ci sono cose che si sarebbero potute tranquillamente evitare ma che sono lì perché evidentemente loro le trovavano divertenti. E magari lo sono anche, ma non se ne avverte davvero la necessità: finiscono, anzi, per appensantire il ritmo.

Si arriva comunque soddisfatti al finale, consci di aver visto un prodotto con le sue incertezze ma anche con i suoi notevoli punti di forza, che merita una possibilità da tutti voi.

The Pills – Sempre meglio che lavorare è meglio della maggior parte delle commedie che l’Italia abbia partorito negli ultimi anni. E’ tranquillamente meglio di tutti i film di Checco Zalone. Qualcuno penserà “non ci voleva molto”. Infatti.

Non fatevi condizionare dalle recensioni negative, andate a vedere The Pills e valutatelo per quello che è: un’opera prima, una commedia fresca e divertente, rivolta a un pubblico ben preciso. Non cercate il capolavoro, rilassatevi e fateve du risate.

Quando è uscito The Pills: sempre meglio che lavorare, ho pensato “noooo, un altro produttore senza scrupoli che vuole buttare al macello dei giovani talentuosi per cavalcare l’onda del loro successo online e gonfiarsi le tasche” ( tra l’altro ,senza alcun motivo, se l’era già gonfiate con Zalone). Poi quando ho letto la recensione al vetriolo di Rolling Stone Italia ( http://www.rollingstone.it/recensioni/the-pills-sempre-meglio-che-lavorare/ , detto anche trolling stone d’ora in poi!) mi si è stretto un po’ il cuore e sono andata immediatamente al cinema.

 

Ci sono delle premesse da fare: per apprezzare questo film bisogna avere tra i 25 e i 30anni, conoscere i The Pills e potrebbe aiutare essere romani o frequentare Roma.

A un quaranta-cinquantenne brianzolo non potrà altro che fare schifo The Pills etc., prima di tutto perché è brianzolo ( scherzo!) , perché non capirà la maggior parte delle battute e poi perché sarà lontano anni luce da ciò che succede oggi ai nati post Chernobyl – per essere più epici!

 

A me il film è piaciuto! Sono andata al cinema con aspettative bassissime; dopo aver visto quello che era successo anche con Maccio Capatonda mi son fatta strappare il biglietto con la sicurezza che poi avrei litigato con il bigliettaio per riavere i miei soldi indietro, e invece no!  Luca, Luigi e Matteo sono stati bravi. Siamo noi o sono quelli di Trolling Stone che, a parer mio, cercano di giudiacarli con un metro che non si adatta né a loro né ai loro intenti.

 

Sono riusciti a costruire una trama, che, se pur debole in alcuni punti, riesce a intrattenere fino alla fine. La storia di tre amici che alle prese con la vita, i divertimenti, le droghe e i bei ricordi dei tempi andati cercano, ognuno a modo proprio, di affrontare l’enorme crisi che colpisce ogni trentenne d’oggi, ossia: crescere e farsi strada nel mondo lavorativo quando il lavoro non c’è o è umiliante o non è retribuito, tutto per decide alla fine che, date le prospettive catastrofiche italiane, è meglio continuare a divertirsi e non lavorare.

 

E’ vero lo skatch dell’attimo fuggente è gratuito e inutile e anche a me ha fatto venire l’orticaria, ma “sei un po’ impacciato!” “un po’ impacciani” ha ripagato l’attimo di stizza alla grande. Non c’è da discutere sul fatto che almeno per quelli che si aggirano attorno ai 30 anni questo film faccia ridere e faccia anche riflettere in un modo per niente scontato.

 

Ho letto anche che la loro recitazione non è adatta al grande schermo. Ma vogliamo scherzare? Io ho trovato tutto gli attori, tranne il padre di Matteo ( terribile ma tenerissimo) molto credibili e naturali. In un paese dove andiamo avanti da vent’anni con i soliti caratterini e i loro soliti ruoli da nevrotiche e machos depressi, come facciamo a criticare la freschezza e la semplicità di questi ragazzi? Suvvia!

 

In tante recensioni ho letto un po’ d’invidia per questi tre romani che si presentano come dei fancazzisti ma che alla fine sono riusciti a fare una commedia attuale e di gran lunga migliore di tante commediucole inutili all’italiana.

 

E poi, non che The Pills sia un film di denuncia, ma se vogliamo proprio trovarci un messaggio morale, beh, c’è ed è che tre giovani intelligenti e talentuosi nella nostra bella Italia, se non fossero venuti fuori pian piano dalla melma delle webseries di youtube, probabilmente sarebbero ancora degli pseudo-occupati, tristi e frustati come tanti altri giovani italiani.

Il modo in cui viene visto il lavoro dai The Pills, ci fa ridere sì, ma è una triste verità. Chissà quanti trentenni, che in altri paesi sono all’apice della loro carriera, in Italia pensano che, date le loro condizioni lavorative, sia meglio non lavorare?

 

Adesso, mi sto anche un po’ antipatica dopo questa sviolinata ai The Pills che sicuramente non hanno bisogno di nessuno a difenderli, avendo già ottenuto molto più di quello che loro stessi si sarebbero immaginati, QUINDI, darò tre stelle e mezzo perché mi rendo conto che non ci troviamo di fronte a un capolavoro assoluto, ma, date le premesse e le aspettative, “The Pills: sempre meglio che lavorare” è un piccolo grande lavoro di giovani italiani che va capito e va difeso!

 

The Pills: Sempre meglio che lavorare (2016)

COMMEDIA – DURATA 83′ – ITALIA

Luigi, Matteo e Luca, hanno trent’anni. Per loro sarebbe ora di cominciare a prendersi sul serio e capire cosa fare delle loro vite dal momento che tirano a campare fumando sigarette, bevendo caffè e sparando idiozie, intorno al tavolo della cucina. Ben presto, però, con il passare del tempo saranno costretti a fare i conti con i propri fantasmi…

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