David Trueba racconta con grande tenerezza tre solitudini sotto la cappa delfranchismo, grazie anche agli ottimi interpreti |
Giancarlo Zappoli
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1966. Antonio insegna inglese in una scuola retta da religiosi. Per favorire il loro apprendimento (e anche perché è un fan dei Beatles) utilizza le canzoni dei Fab Four per invogliarli a tradurre. Quando viene a sapere che John Lennon si trova in Almeria per girare un film decide di cercare di incontrarlo perché le canzoni che ha registrato da Radio Lussemburgo hanno dei versi che gli suscitano delle perplessità. John sarà in grado di dirgli se ha commesso errori nelle traduzioni. Lungo la strada il professore incontra due giovani autostoppisti. Prima si imbatte in Belen, una ragazza incinta che è scappata dall’istituto in cui era stata rinchiusa e poi in Juanjo, un sedicenne che si è allontanato dall’abitazione in cui vive con i genitori e con cinque fratelli perché non sopporta più la rigidità educativa del padre poliziotto. Sarà insieme a loro che il professor Antonio cercherà di coronare il suo sogno. |
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News
Al cinema “La vita è facile ad occhi chiusi”
Pluripremiato, placido road-movie che, nato attorno ad un aneddoto su John Lennon, affronta con tocco delicato temi come l’amicizia, la speranza e la ribellione
Ambientato nella Spagna franchista e con protagonista l’attore almodovariano Javier Camara, arriva nelle nostre sale “La vita è facile ad occhi chiusi”, film spagnolo rivelazione dell’anno che in patria ha vinto ben sei premi Goya.
Si tratta di una pellicola costruita attorno ad una storia vera, ossia un aneddoto su John Lennon avvenuto sul set andaluso di “Come ho vinto la guerra” di Richard Lester, nel periodo in cui il Beatle meditava di abbandonare la musica per la recitazione. Il titolo dell’opera è preso da un verso di “Strawberry Fields Forever”, canzone che pare sia stata composta proprio allora e in quei luoghi. Va detto però che la bella versione del brano che si ascolta verso la fine del girato non è l’originale, i cui diritti sarebbero costati come l’intero film, bensì esecuzione di Neil Harrison, uno dei migliori imitatori di Lennon.
Nel 1966 un buffo professore, Antonio (Javier Camara), che insegna inglese ai suoi alunni utilizzando le canzoni dei Beatles, decide di partire per l’Almeria dove spera di incontrare John Lennon che si trova lì per le riprese di un film. Vorrebbe chiedere a John di aiutarlo a completare le trascrizioni dei testi fatte in classe. Lungo il viaggio dà un passaggio in macchina a due autostoppisti: una ragazza incinta, Belen (Natalia de Molina), scappata da un istituto dove le ragazze vengono mandate a partorire per evitare lo scandalo, e un sedicenne capellone, Juanjo (Francesc Colomer), in fuga da casa dopo l’ennesimo scontro con il severo padre poliziotto. Tra i tre nascerà un’amicizia che li segnerà per sempre.
Il film legittima il racconto del professore, oggi novantunenne, che in molti avevano ritenuto per lungo tempo un mitomane e spiega il motivo per cui, dopo il soggiorno spagnolo di Lennon, i Beatles iniziarono a inserire i testi dei brani nei loro dischi.
“La vita è facile ad occhi chiusi” si regge su una delicata alchimia tra sorriso e malinconia, perché sa essere a un tempo profondo e divertente, dolente e pieno di speranza. E’ realizzato senza dubbio con grande sensibilità ma sembra avere nel modo un po’ idealista di affrontare i temi dell’amicizia e della voglia di libertà, il suo limite. Il fatto è che il film finisce con il rimanere ostaggio di un’atmosfera un po’ fiabesca, da luogo ameno fronte mare, in cui il tempo si è fermato e ognuno può decidere della propria vita, innamorarsi o semplicemente abbandonarsi al sapore delle fragole. C’è qualcosa di datato in questo crocevia di destini che non riguarda certo l’ambientazione d’epoca, quanto un modo di fare cinema un po’ ingenuo, grondante una purezza d’animo artefatta, goffa. I tre avventurieri gentili al centro della scena, impegnati a riscattare se stessi da un tracciato già delineato, sono uno spaccato intergenerazionale della Spagna franchista, il vessillo di quella frangia del paese che sogna un futuro migliore e intanto fa le prove generali attraverso quei mezzi di salvataggio e cambiamento che sono la musica e il viaggio. Eppure l’orchestrazione delle loro incerte aspirazioni genera un’armonia un po’ piatta. Ciò detto, “La vita è facile ad occhi chiusi” resta una pellicola gradevole che saprà intrattenere la parte del pubblico in cerca di buoni sentimenti.
“La vita è facile ad occhi chiusi”. E con i Beatles…
… è più facile insegnare l’inglese agli studenti
di Paola Dei
SIENA. Alla scoperta delle parti più profonde dei Beatles nel film di David Trueba con Javier Camara, Natalia De Molina, Francesc Colomer, Ramon Fontserè, Rogello Fernandez. Titolo originale della commedia: Vivir es facil con los ojos cerrados.
Per quale motivo in un momento di successo planetario un gruppo canta una canzone dal titolo: Help e per quale motivo uno degli appartenenti al gruppo la scrive? Questa la riflessione che un professore spagnolo nel 1966 utilizza per insegnare l’inglese ai suoi alunni mentre li aiuta a crescere. Appassionato del gruppo di Liverpool, quando viene a sapere che Lennon è in Almeria nell’Andalusi per girare un film, decide di partire per andare a conoscerlo, munito di un bagaglio di sogni, speranze e con l’entusiasmo di un bambino per proporgli di scrivere i testi delle canzoni nei dischi del gruppo.
Durante il tragitto incontra e fa salire in macchina un ragazzo di 16 anni con la capigliatura alla Beatles, fuggito da un padre che gli impone di tagliarsi i capelli, ed una ragazza di 21 anni che fugge da un destino segnato. Fra i tre lentamente nasce una sincera complicità fatta di tenerezza, amicizia vera e condivisione dei sogni.
Tratto dalla storia vera del professore di inglese Juan Carrion, qui interpretato da Javier Camara, il film é un susseguirsi di delicati colpi di scena che ci trasmettono sentimenti positivi e ci lasciano la piacevole sensazione di un sogno realizzato. Lennon in quel periodo fu chiamato a girare il film How I Won The War in italiano Come ho vinto la guerra di Richard Lester ed approfitta di questo momento per trovare momenti di silenzio e riflessione dopo il tour con il gruppo del 1965 e sarà proprio in quel periodo che nascerà “Strawberry fields forever” con la quale mostrerà il suo aspetto più profondo, fino ad allora meno conosciuto.
Girato magistralmente, oltre ad essere un’occasione per vedere un’opera di tutto rispetto, é anche un omaggio ad uno dei gruppi che più di ogni altro ha segnato intere generazioni divenendo mito e leggenda. Già divenuto un caso cinematografico in Spagna il film sta varcando le frontiere internazionali e visto che dopo la sua permanenza in Spagna Lennon cominciò a scrivere i testi delle proprie canzoni negli LP incisi con il gruppo, non vale la pena di scoprire cosa accadde?