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Android Marshmallow 6.0: Data di rilascio e Nuove Funzionalità

Sono passati ormai 4 mesi dal rilascio della prima Developer Preview di Android 6.0, inizialmente chiamato solo Android M e successivamente annunciato come Marshmallow. In questi mesi ne abbiamo seguito lo sviluppo tramite una serie di articoli e qualche video sulle principali novità di questa distribuzione.

Si tratta di una release che sarebbe probabilmente dovuta essere l’iniziale Lollipop visto che si tratta di un affinamento e miglioramento di Android 5 e non di un vero e proprio stravolgimento del sistema mobile di Google.

Marshmallow porta diverse novità all’interno del codice e alcune modifiche estetiche visibili a tutti. Il Material Design non cambia, sono state migliorare le transizioni e le animazioni ma l’essenza della UI è quella di Lollipop. Una scelta giusta e intelligente al fine di consolidare la grafica, renderla standard e sperare che prima o poi tutti gli sviluppatori adottino le linee guida Google, cosa che sta comunque avvenendo quotidianamente con gli aggiornamenti della maggior parte dei software presenti nel Play Store.

Android 6.0 è probabilmente la distribuzione Android con il maggior numero di novità se consideriamo il solo supporto hardware integrato, adesso, a livello di codice. Molti sapranno, infatti, che funzionalità presenti sui Samsung, LG, HTC e altri dispositivi Android, non sono merito di Google ma implementazioni fatte dai produttori al fine di rendere più completi i proprio smartphone.

In particolare, ci riferiamo alla possibilità di utilizzare l’OTG, alla gestione del lettore di impronte, alla connessione con il PC con la scelta del tipo di connessione da utilizzare e ancora la possibilità di sfruttare le memoria SD anche per l’installazione di applicazioni.

Tutte queste caratteristiche sono adesso parte integrante del codice nativo di Android e, dunque, non solo disponibili sui Nexus Device, ma sfruttabili da tutti i produttori con maggiore facilità.

A questo si aggiunge un altro tassello importante in Marshmallow: il miglioramento della sicurezza del sistema. Google ha preso importanti provvedimenti dopo i recenti casi di malware e in Android 6.0 sono state apportate diverse modifiche. Senza scendere troppo nel dettaglio, adesso nelle informazioni di sistema è possibile vedere la data di aggiornamento relativa alle patch di sicurezza, troviamo molti più controlli per le applicazioni con la possibilità non solo di gestire praticamente qualunque permesso, ma anche andare amodificare impostazioni, accessi e notifiche in modo fine per ogni singola voce del sistema.

Google, inoltre, ha cambiato l’approccio con i permessi. Fino a Lollipop l’utente poteva visualizzare quali permessi un’applicazione aveva senza poter intervenire fisicamente sul consenso o meno all’acceso a dati sensibili. In Marshmallow tutto cambia e quando andremo ad installare, utilizzare e muovere applicazioni, saremo “interrotti” da una serie di pop-up di richiesta di accesso a determinate aree del telefono o dati all’interno del nostro dispositivo.

Un approccio alla Apple per certi aspetti e, se da un lato una maggiore sicurezza e sopratutto consapevolezza è ottima, dall’altro un utente non particolarmente informato potrebbe trovarsi indeciso su cosa fare o comunque trovare fastidiosi i continui messaggi. Nelle prime fasi di configurazione, installazione e utilizzo di un prodotto Android, avere a che fare con una 50ina di pop-up non è difficile anche perché per ogni applicazione potreste vedere 2, 3, 4 richieste diverse rendendo un po’ “macchinosa” la fase di ambientazione al sistema operativo o al nuovo device.

Passate le prime configurazioni comunque tutto è molto più lineare e “user friendly” anche se rimane un interrogativo importante: nel momento in cui un utente, magari inconsapevolmente, nega un permesso, cosa accade? La risposta varia molto a seconda del programma e a seconda del permesso ma lo scenario possibile è che alcune app non funzionino correttamente o addirittura ci sia un vero e proprio messaggio di errore senza alcuna spiegazione o informazione sul perché quel software, compresi quelli di sistema, non si avvii.

Da questo punto di vista Marshmallow è un passo indietro a Lollipop ed è una distribuzione che richiede maggiore consapevolezza e conoscenza per come Google l’ha pensata. Un messaggio più chiaro, in collegamento ai permessi o una motivazione per un mancato avvio sarebbe la scelta più ovvia al posto di un errore di sistema che potrebbe essere letto come un malfunzionamento del telefono e non come una banale mancanza di un permesso.

Permessi che poi sono troppo facili da raggiungere visto che la gestione app è proprio li, tra le impostazioni principali dello smartphone, insieme a tante voci che sono si completissime ma anche eccessive per la massa. Sapere quanti MB, mAh, minuti, link, notifiche ecc. ha un’applicazione è roba da nerd e “tecnomaniaci” e non certo da fruitori di un sistema operativo mobile. Ci si aspetterebbe che sia Google a decidere cosa è meglio per noi assicurandoci un OS stabile, veloce e completo e magari inserire tra le opzioni di sviluppo o sotto il“sintonizzatore della UI” queste caratteristiche più particolari.

Marshmallow sui dispositivi Nexus, tra libertà massima e tipologia di approccio, sembra voler demandare scelte e compiti all’utente finale il quale deve assumersi la responsabilità di quello che sta facendo potendo, al contempo, trovare la giusta scelta per il proprio utilizzo, ammesso e non concesso che sappia ciò che sta facendo e modificando.

Un argomento che sicuramente torneremo ad affrontare e che probabilmente potrebbe essere modificato dalle personalizzazioni dei produttori che potrebbero scegliere un approccio diverso per questa tipologia di opzioni con messaggi più chiari, gestione dei permessi più semplice o ancora modifiche di questo tipo meno facili da raggiungere per coloro che non ne conoscono le potenzialità o pericolosità.

Detto questo, Android 6.0 ha comunque migliorato anche la gestione dei consumi in stand-by integrando Doze, un’accorgimento che permette di minimizzare i consumi se non utilizzate attivamente il telefono. A conti fatti, la durata a schermo spento è aumentata sensibilmente e questo lo si può notare facilmente nel corso delle ore notturne.

Lasciando Wi-Fi connesso e tutto normale, potreste vedere un calo di pochi punti percentualie difficilmente superiori al 5% in 8 ore circa. Un risultato impossibile da ottenere con Lollipop. Di contro, nell’utilizzo quotidiano, attivo e dinamico dello smartphone, il miglioramento è davvero poco tangibile. Nexus 5 si scarica come Lollipop se lo usate e solo mettendolo nuovamente in tasca Doze entra in azione.

Morale della favola, in una giornata tipo difficilmente apprezzerete la differenza di autonomia se non quella mezzora o ora in più. Se lo ricaricavate alla 15, arriverete alle 16 probabilmente e i miracoli li lasciamo ad Android Nutella nel 2016.

Chiudiamo le impressione di queste recensione, che non vuole essere una rassegna di tutte le modifiche di Marshmallow rispetto a Lollipop ma un vero e proprio punto di vista da utilizzatore e amante dei Nexus che si pone delle domande dopo aver usato per 5 giorni il Nexus 5 come smartphone principale, parlando di fluidità del sistema.

Negli ultimi 6 mesi ho utilizzato molti smartphone, sia top gamma che di fascia media (la maggior parte) notando come prodotti dotati di Kitkat abbiano spesso una fluidità, durata della batteria e piacevolezza d’uso anche superiore a smartphone con Lollipop, nativo o arrivato con successivo update. Android 5 non va d’accordo con tutti e questo lo diciamo ormai da quasi un anno sperando nell’arrivo di Marshmallow. Android 6.0 è arrivato adesso, ma non ha rispecchiato le aspettative riconfermando come Android sia un sistema eccezionale vista l’enorme flessibilità di HW a cui si adatta ma al tempo stesso l’enorme massa di prodotti in cui deve girare impedisce a Google di rendere “perfetti” i propri prodotti, anche i Nexus.

Vedere lag nello scroll e nell’apertura delle notifiche, imperfezioni nel passaggio tra applicazioni, qualche impuntamento leggero nell’apertura di programmi e altre piccolezze generali, non è piacevole anche se si tratta di inezie e piccole cose. Ma come posso non essere critico davanti ad un prodotto Nexus, ufficiale Google, sul quale è stato anche sviluppato lo stesso Android 6.0 e con un hardware potentissimo e molto equilibrato (batteria a parte) che in teoria dovrebbe essere praticamente perfetto nella gestione di base (intendo quindi che se mi si blocca twitter non do la colpa a Google ma allo sviluppatore dell’applicazione)?

Android 6.0 sarà presto aggiornato alla 6.0.1, 6.0.2 e via dicendo come ormai Google ci ha insegnato e noi “Nexusiani” dobbiamo rassegnarci all’idea di essere beta tester ma d’altra parte è quello che vogliamo se abbiamo scelto un Nexus ed è lo scotto da pagare per avere per primi gli aggiornamenti. Speriamo che sui nuovi 5X e 6P tutto sia davvero “perfetto” e che un architettura 64-bit sia la giusta dimensione per Marshmallow…. sviluppatori di applicazioni permettendo.

Redazione Autore