AR-K: The Great Escape per PC la Recensione

Recensione di AR-K: The Great Escape

Tra i tanti problemi dei titoli episodici ce n’è uno che ad onor del vero non si presenta quasi mai, ma quando accade, può effettivamente diventare motivo di grande impaccio: se lo sviluppatore decide per qualche motivo di coinvolgerti a metà del progetto, anche le recensioni possono diventare davvero complicate. Questo The Great Escape è il terzo di quattro episodi previsti, mentre l’ultimo arriverà in una data non ancora specificata. Documentarsi a ritroso e recuperare i lavori precedenti può essere faticoso, a tratti quasi snervante, ma vista la particolare genesi ed evoluzione di AR-K ci siamo sentiti in dovere di farlo comunque. The Great Escaperappresenta a tutti gli effetti un notevole passo in avanti rispetto agli altri due episodi, e forse è questo il motivo per cui i ragazzi di Gato Savaje si sono sentiti più sicuri del loro prodotto, contattando la stampa senza ritrosie ma anche con un bel po’ di ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista. AR-K: The Great Escape per PC la Recensione
La grande fuga
The Great Escape arriva in punta di piedi dopo due episodi non certamente esaltanti sia tecnicamente, sia per quanto riguarda la storia. Evitiamo in questa recensione di fare riferimenti alle puntate precedenti proprio per fare a meno di fastidiosi spoiler per chiunque volesse ripartire dall’inizio, spinto magari da questo avvincente terzo capitolo. In occasione di The Great Escape, gli sviluppatori spagnoli hanno voluto coinvolgere nel progetto anche Greg Rucka, popolare fumettista e scrittore statunitense che ha contribuito a migliorare sensibilmente la narrativa di gioco, adesso più organizzata, precisa, con buoni spunti e senza soluzioni che andassero a parare nel gran mare del nulla. Uno dei difetti più evidenti dei vecchi episodi era appunto la trama dai contorni rarefatti, poco incisiva e in alcuni frangenti davvero troppo generica e scialba. Addirittura, c’erano momenti del secondo episodio che si perdevano nell’anonimato totale, lasciando nelle retrovie personaggi e relativi sviluppi come se questi contassero meno di nulla.  AR-K: The Great Escape per PC la Recensione
Dopo il “cliffhanger” della precedente puntata, il giocatore prenderà il controllo di Alicia Van Volish, finita in un misterioso abisso mentre indagava sull’esistenza del fantomatico “Settore 8”. Nel distopico mondo di AR-K, ognuno era a conoscenza di sette settori, ma quando la protagonista scopre finalmente qualcosa in più per motivi che evitiamo di raccontarvi, la storia si apre completamente, sviluppandosi con un ritmo sempre ben calcolato e non lasciando più nulla al caso. Al contrario di quanto avvenuto in passato, la presenza di Greg Rucka e la sua esperienza come fumettista sono state in grado di dare un valore aggiunto non da poco anche ad alcuni personaggi prima in ombra, e si notano al contempo dei tagli netti a tutto ciò che a conti fatti risultava essere ridondante e non necessario. Ne esce fuori un ritratto più intenso, un’avventura capace di catturare l’attenzione del giocatore facendo riferimento agli stilemi classici delle avventure grafiche di un tempo, dove le situazioni di gioco, i dialoghi spesso strampalati e le azioni da compiere riuscivano a calare perfettamente l’utente nell’atmosfera che si voleva creare. Se proprio dovessimo fare un appunto – che però non dipende tanto dalle capacità di montaggio – è che guardando il riassunto delle puntate precedenti non si capisce molto di come si siano svolte le vicende. La colpa è al contrario della narrazione confusa dei primi due episodi, che anche se compendiata attraverso un filmato che include i momenti salienti, fatica a far comprendere i motivi per cui The Great Escape parte con Alicia immersa nel buio fitto di una vecchia discarica. AR-K: The Great Escape per PC la Recensione
L’arca della tecnologia
Fa piacere constatare che i miglioramenti non sono stati limitati alla sola narrazione, ma si estendono al contrario a tutti gli aspetti del gioco. Un altro problema piuttosto evidente dei precedenti episodi era la realizzazione dei puzzle, poco interessanti e spesso illogici, al punto da spingere chi si cimentava con gli enigmi ad andare avanti a tentativi casuali fin quando non avesse trovato la giusta combinazione. In The Great Escape, in questo senso, sono stati fatti dei passi in avanti: i rompicapo sono più stuzzicanti, vanno risolti con criterio e sono anche stati inseriti senza pretestuosità. L’interfaccia è stata migliorata ed è adesso più asciutta e funzionale, così come i dialoghi, decisamente più frizzanti e divertenti. Il sistema di gioco non differisce molto da quello visto in grandi classici come Broken Sword, pertanto vi ritroverete a parlare coi personaggi selezionando gli argomenti proposti sotto forma di icona, a seconda del caso e dell’interlocutore. Capirete dunque di aver concluso la conversazione in modo sempre intuitivo e senza equivoci di sorta, mentre quando appariranno nuove tematiche significa che avrete compiuto dei progressi significativi (o trovando un oggetto o superando le sezioni di sbarramento). Ottimo anche il lavoro svolto sui personaggi, che hanno adesso trovato la loro dimensione grazie a una caratterizzazione più incisiva e creativa. AR-K: The Great Escape per PC la Recensione
Tecnicamente AR-K: The Great Escape non rappresenta una vera e propria rivoluzione rispetto al passato, ma mantiene anzi il medesimo stile, migliorando qualcosa solo nelle animazioni e nella pulizia dei filmati. The Great Escape è insomma un progetto che ha avuto la forza di rimettersi in gioco a metà del suo percorso, e vista l’evoluzione estremamente positiva, ci aspettiamo un capitolo finale ulteriormente migliorato.
 

Tra esilaranti gag, ingegnosi rompicapo, infiniti click e azzeccate rotture della quarta parete, AR-K: The Great Escapeè il terzo capitolo della saga di AR-K, l’avventura grafica steampunk di Gato Salvaje Studio che si presenta al vasto pubblico da PC in una rinnovata veste grafica, maggiormente curata e godibile, e con un episodio che, nonostante prosegua le (dis)avventure dei primi due, risulta perfettamente giocabile anche senza aver vissuto l’esperienza dei suoi predecessori, trasformandosi in un’esemplare capitolo introduttivo capace di non spaesare chi di questo punta e clicca non aveva mai sentito parlare.

Iniziamo con il dire che, come vi avevamo parlato qualche giorno fa introducendovi questo titolo, dietro la storia diAR-K si nasconde l’esperta mano di Greg Rucka, noto autore e fumettista americano che, tra i tanti premi vinti, annovera ben tre Eisner Award e la realizzazione di serie come Gotham Central, Batwoman e Superman: World of New Krypton, ed è palese fin da subito quanto questo titolo riesca a trasmettere non solo l’esperienza del proprio staff ma anche tutta la passione e la ricercatezza di un team che sembra essere cresciuto a pane e avventure grafiche; AR-K: The Great Escape, piuttosto che mirare a rivoluzionare il genere dei punta e clicca, preferisce presentarci una struttura classica e conclamata concentrandosi su ciò che veramente importa in questi giochi. La trama, godibile e interessante, si sposa con eccellenza all’ambientazione simil-steampunk che ci viene presentata, vantando personaggi intriganti e sfumati, oltre che una protagonista di cui è impossibile non innamorarsi non solo per l’eccellenza e il realismo che la contraddistingue ma anche per l’importante voce femminile che la doppia: Ash Sroka, la nota doppiatrice di Tali’Zorah nar Rayya di tutti e tre i capitoli di Mass Effect.

Invece di uno schermo nero e qualche suono, le conseguenze delle riuscite interazioni saranno mostrate con filmati in computer grafica. AR-K: The Great Escape per PC la Recensione

Nei panni di Alicia Van Volish, un’aspirante giornalista alle prese con un oggetto misterioso, ci troveremo ad affrontare una situazione molto più grande di noi con l’aiuto di compagni fidati e altri improvvisati, imbattendoci in situazioni che dovranno essere risolte con ingegno, arguzia ma soprattutto tanta, tanta fantasia. Per riuscirci dovremo raccogliere oggetti sparsi per le molte aree del gioco, combinarli tra loro e parlare con i molteplici residenti di un pericoloso e ben nascosto distretto che, volenti o nolenti, ci “ospita“. Personaggi e dialoghi saranno una costante che ci accompagnerà per l’intero capitolo, deliziandoci con un doppiaggio davvero ben fatto e curato: ogni personaggio, caratterizzato e impossibile da confondere, sarà capace di raccontarci la propria storia, darci indizi importanti e interagire in modo unico con la protagonista; durante i dialoghi avremo a disposizione diverse icone che ci permetteranno di decidere di quale argomento parlare, alcune simpatiche ed intuitive, come il cubetto di ghiaccio per una chiacchierata leggera e rompere il ghiaccio, altre pratiche e funzionali, capaci di farci capire istantaneamente cosa andremo a domandare con quell’interazione. Quando un argomento non presenterà più informazioni nuove, l’icona associata diventerà trasparente e, se selezionata nuovamente, ci farà riascoltare l’ultimo dialogo avuto con quel click; un sistema non particolarmente entusiasmante ma che sicuramente risulta pratico e intuitivo, fornendoci un feedback istantaneo su cosa possiamo scoprire ulteriormente o non da un personaggio, senza obbligarci a riascoltare interi dialoghi in tediosi loop.

Le icone trasparenti ci indicheranno l’assenza di nuove informazioni per quell’argomento, risparmiandoci tediosi loop discorsivi.

Se da una parte abbiamo avventure grafiche che si prendono molto sul serio e che mirano a raccontarci una storia con un immersivo filo conduttore, come è il caso di The Dark Eye: Chains of Satinov e AlternativA, dall’altra abbiamo punta e clicca che, nonostante una trama curata e intrigante, offrono anche ilarità, sfrontatezza e inaspettato nosense come le saghe di Deponia o Monkey Island; senza ombra di dubbio alcuno AR-K: The Great Escape trova il suo legittimo posto in questa seconda categoria, vantando non solo una protagonista sfrontata, sarcastica e senza troppi peli sulla lingua, ma anche diverse rotture della quarta parete che, non essendo troppe, risultano inaspettate ed estremamente gradevoli, dalle più velate alle più sfacciate, come lo scienziato pazzo che ci canterà la musichetta di Mortal Kombat o la ragazzina inquietante che ci inviterà a non cercare oggetti per proseguire con il livello tra la sua roba. Inoltre, i più attenti giocatori che hanno avuto modo di dedicarsi a questo capitolo, avranno sicuramente fatto caso che un certo poliziotto alieno, nonostante venga doppiato con versi non-umani, usa una particolare e colorita espressione molto… diciamo confidenziale e che vi lascerò scoprire in prima persona, più e più volte… che sia stato intenzionale o meno non lo sappiamo, ma l’effetto che trasmette la prima volta che si realizza cosa pronuncia effettivamente è incomparabile!

Forse Alicia non sarà la più educata delle donzelle ma vorrei vedere voi a dover dare una descrizione accurata per ogni oggetto cliccato!

Nonostante AR-K: The Great Escape possa vantare molte frecce per il suo arco, la longevità non è tra queste; la netta sensazione che il capitolo si concluda decisamente troppo presto ci attanaglierà senza esitazione e la scusa della storia a capitoli proprio non regge. In quanto terzo-episodio-barra-pseudo-introduttivo ci aspettavamo una durata maggiore che, senza troppi giri di parole, nonostante risulti funzionale e ben fatto nel suo complesso, ci ha fatto storcere non poco il naso. La promessa di un quarto capitolo, accennato oltretutto anche durante il gioco stesso, ci fa sperare in bene per la prossima volta, considerando soprattutto le impressioni, per lo più positive, che questo titolo ci ha trasmesso anche grazie a quelle sottilezze capaci di fare la differenza, come la possibilità di spostarsi da una zona all’altra del distretto grazie all’utilizzo di una rapida e pratica mappa, evitandoci interminabili, scostanti e tediosi caricamenti, o la presenza di un breve filmato in computer grafica in seguito ad ogni interazione ben riuscita e che ci permette di proseguire.

La mappa ci permette spostamenti rapidi ed efficaci da una zona all’altra, evitandoci lenti, molteplici e stressanti su e giù. AR-K: The Great Escape per PC la Recensione

In conclusione AR-K: The Great Escape risulta essere un ottimo esempio di avventura grafica classica, riuscendo a funzionare grazie ad un’ironia spesso inaspettata ed una trama forse non troppo originale ma sicuramente funzionale.

Con questo capitolo i ragazzi della Gato Salvaje Studio hanno dimostrato di poter rinnovare in meglio il loro gioco e portarlo a nuovi lustri grazie ad un episodio capace di essere goduto tanto come introduzione quanto come terza parte quale è; uno stile grafico indubbiamente particolare, un’invidiabile doppiaggio che ci sprona a voler ascoltare ogni possibile dialogo e un umorismo beffardo, sfrontato, certe volte insensato ma mai disturbante fanno di quest’avventura grafica un gioco valido e capace di lasciare un piacevole ricordo nonostante la sua durata forse eccessivamente breve, risultando un prodotto pronto a regalare inaspettate sorprese, anche ai più diffidenti. AR-K: The Great Escape per PC la Recensione

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