Perchè è meglio scegliere Pes 2016 a Fifa 16 ?

Quella tra le serie FIFA e PES è una delle contese storiche del mercato videoludico. I due modi di intendere il calcio si combattono infatti da lungo tempo con fortune alterne che hanno visto negli ultimi anni il titolo targato Konami perdere terreno a favore di EA Sports. Se PES 2015 ha pagato un piccolo prezzo arrivando sul mercato a novembre, l’edizione ha rappresentato tuttavia un importante punto di svolta per il calcio alla giapponese, finalmente tornato ai livelli del suo principale antagonista. Questo piccolo preambolo per dire che era diverso tempo che non si attendevano due appuntamenti come quelli di quest’anno con FIFA 16 (link alla recensione) e PES 2016 (link alla recensione) con tali ansia e incertezza, tentando di capire nei mesi estivi quale dei due fosse in grado di prendere il sopravvento. Come abbiamo visto nelle rispettive recensioni, si tratta di due ottimi titoli, non esenti però da difetti: sommando questi ultimi ai rispettivi pregi, ci si accorge che in alcuni casi le due simulazioni sono addirittura complementari, lasciando quindi che l’ago della bilancia possa pendere verso l’uno o l’altro in base a ciò che il singolo giocatore cerca da una simulazione calcistica. Se siete ancora confusi e non sapete quale dei due possa fare maggiormente al caso vostro, unitevi a noi in questo confronto: per i motivi appena accennati vi anticipiamo già da ora che non stabiliremo a priori chi sia il migliore, ma speriamo che dopo aver letto questo articolo possiate avere capito quale fa più al caso vostro.

MODALITÀ E LICENZE

La sfida tra FIFA 16 e PES 2016 inizia sui modi in cui entrambi permettono di giocare il calcio virtuale: un aspetto per niente banale, visto che al di là della classica partita uno contro uno c’è ormai un intero mondo che aspetta il videogiocatore. Sotto questo punto di vista, il già ottimo FIFA 16 ha ampliato le alternative a disposizione di chi stringe il joypad tra le mani, introducendo il calcio femminile: un passatempo piacevole e inedito, che non trova ovviamente una modalità analoga in PES 2016. Nel gioco creato da EA Sports arriva inoltre FUT Draft, tipologia di gioco simile all’Arena di Hearthstone e legata ad Ultimate Team, vera killer feature degli ultimi anni. Alle carte-giocatore collezionabili di FIFA 16, la concorrenza risponde ancora una volta con myClub, modalità giunta al suo secondo anno di vita: nonostante il team controllato dal publisher nipponico ne abbia ampliato un po’ le caratteristiche, il punto di riferimento resta sempre quello di FIFA, soprattutto per il modo in cui riesce a coinvolgere e ricompensare il giocatore grazie alle famose “sbustate” o al compimento di movimenti abili sul mercato. Per quanto riguarda invece il gioco offline, PES 2016 può continuare a vantare la presenza della Master League, modalità ormai storica all’interno della quale prendere il controllo di una squadra per portarla sul tetto del mondo. FIFA 16 risponde con la Carriera Allenatore, aggiungendole qualche elemento. In questo caso, per una serie di motivi – come vedremo anche strettamente legati al gameplay – è preferibile la proposta del team nipponico. In termini puramente numerici, il calcio secondo EA Sports può contare su un totale superiore di modalità, tra le quali compare anche l’apprezzato Pro Club. Prima di scendere in campo, un altro punto di confronto piuttosto caldo riguarda le licenze di squadre e competizioni: contrariamente a quanto si possa pensare, si tratta di una battaglia che non è per niente scontata nel suo esito finale. Il numero di team presenti in FIFA 16 è di sicuro impressionante, ma PES 2016 risponde sfoggiando le licenze delle principali competizioni calcistiche per club, comprese naturalmente l’Europa League ma soprattutto la Champions League. Ritrovarsi nel bel mezzo di quest’ultima, con tanto di suoni e grafiche a rievocarne tutta la magia, riesce parzialmente a sopperire alle storiche mancanze nei confronti di FIFA: non dimentichiamo inoltre la possibilità di importare kit e altri elementi modificati dall’esterno, grazie a un contributo della comunità online sulla quale la serie PES ha sempre potuto contare. La simulazione di EA Sports, dal canto suo, mette in campo ancora una volta i grandi numeri: tutte le squadre della Premier League e della Bundesliga sono presenti all’interno del gioco, insieme alle grafiche ufficiali delle due leghe che è possibile vedere in sovrimpressione durante le dirette televisive. Già da qualche anno, ormai, la MLS americana accoglie numerose conoscenze del calcio europeo, motivo per il quale la presenza delle sue squadre rappresenta una piacevole alternativa a quelle del Vecchio Continente. Netto a favore di FIFA anche il confronto tra gli stadi reali presenti, con un numero arrivato ormai a 50 all’interno del titolo realizzato in quel di Vancouver. Dove PES 2016 esce veramente con le ossa rotte è nell’aggiornamento delle rose, praticamente assente: se è vero che il primo ottobre con il Live Update dovrebbe iniziare a smuoversi qualcosa, aspettare fino al 29 dello stesso mese per vedere la stagione 2015/2016 nella Master League è troppo anche per il fan più pazienti del mondo, soprattutto considerando che FIFA 16 è invece aggiornato sin dalla data di uscita.FIFA 16 – Videorecensione

FISCHIO D’INIZIO

Nel calcio virtuale, così come in quello reale, le chiacchiere da bar lasciano al campo l’ultima parola: sotto questo punto di vista, FIFA 16 e PES 2016 danno entrambi ampi margini di soddisfazione, anche se in modo diverso. Dopo un’edizione precedente un po’ troppo sbilanciata a favore dell’attacco, con FIFA 16 EA Sports è tornata sui propri passi, abbassando la velocità generale del gioco e migliorando le difese: il risultato è un titolo che riesce a trovare il proprio equilibrio a centrocampo, dove occorre costruire la propria manovra per riuscire a scardinare la linea difensiva avversaria.

Per quanto riguarda PES 2016, Konami ha proseguito il suo ottimo lavoro, limando i difetti riscontrati un anno fa: l’aggiunta di una nuova serie di animazioni non riguarda solo l’aspetto estetico del gioco, ma permette a questa nuova edizione di guadagnare sensibilmente in termini d’immediatezza dei controlli, dando così modo al gioco di scorrere più fluidamente. Si tratta di due modi diversi d’intendere il calcio, che lasciano sostanzialmente la scelta al giocatore: FIFA 16 riprende il percorso simulativo della serie interrotto solo l’anno scorso, mentre PES 2016 adotta un approccio un po’ più di tipo arcade, stando comunque attento a gratificare il giocatore senza banalizzare la costruzione dell’azione. Sotto questo aspetto, un ruolo fondamentale viene svolto dall’intelligenza artificiale, che Konami è riuscita a mettere a punto in modo più che convincente: squadre diverse presentano identità diverse, mettendo il giocatore nelle condizioni di dover cambiare il proprio gioco per riuscire a vincere le varie partite. Questa cosa invece continua a mancare all’interno di FIFA 16, che conserva il difetto storico di far esagerare col tiki-taka anche le squadre di bassa classifica. A proposito di elementi controllati dalla CPU, è naturalmente impossibile uscire dal confronto senza aver parlato dei portieri: la simulazione di EA Sports risulta più convincente nella gestione degli estremi difensori, sempre più capaci di miracoli come quelli che si possono vedere nel mondo reale, anche se qualche piccola papera non manca. Gli estremi difensori di PES 2016 sono diventati anch’essi più efficaci, anche se in alcune occasioni è ancora evidenziabile una carenza di reattività che porta a prendere gol abbastanza goffi.

FISICA E ARBITRI

Per la riproduzione di uno sport di contatto come il calcio, la fisica è senza dubbio un elemento cardine. Partiamo dai movimenti della palla, dove siamo ormai a livelli ottimi in entrambe le produzioni. Tenendo ben presente che si tratta forse dell’aspetto del gioco più soggettivo in assoluto, FIFA 16 conserva il suo approccio simulativo nel riprodurre passaggi e tiri sporchi quando questi sono effettuati in situazioni non ottimali, mentre PES 2016 punta un po’ di più a gratificare il giocatore, esagerando talvolta con le sue bordate da fuori.

Per quanto riguarda invece i calciatori, l’Ignite Engine di FIFA 16 ha raggiunto ormai un livello di maturità che gli permette di riprodurre tantissimi dei movimenti che siamo abituati a vedere in televisione, tra maglie strattonate, braccia tese a difesa della posizione e altri dettagli che rendono il possesso della palla non solo il frutto del lavoro dei piedi, ma anche di tutto il resto del corpo. Gli scontri buffi che avvenivano in passato sono stati limitati dagli sviluppatori, anche se in alcuni casi è ancora possibile vedere compagni di squadra che non riescono a controllare la propria corsa. Davanti all’eccellenza di FIFA 16 in questo aspetto, PES 2016 risponde in modo adeguato, presentando un gioco fluido e pulito: la differenza nel parco delle animazioni a sfavore del titolo Konami tuttavia si nota abbastanza, mentre i giocatori più possenti dal punto di vista fisico sembrano un po’ troppo avvantaggiati nei contrasti. Continuando a parlare di PES 2016, bisogna tenere conto che quest’anno gli arbitri si sono rivelati particolarmente permissivi, per cui alla luce di quanto appena espresso bisogna dotarsi di una bella dose di pazienza prima di prendere in mano il pad, soprattutto se siete di quelli che fischierebbero fallo a ogni contatto. Viceversa, ai direttori di gara in FIFA 16 è difficile farla sotto il naso, anche se continua a capitare che essi vedano rigori dove non ci sono.Pro Evolution Soccer 2016 – Videorecensione

GRAFICA E SONORO

Il più classico dei confronti, nonché il punto finale in cui mettiamo FIFA 16 e PES 2016 sotto la nostra lente d’ingrandimento. Partiamo con un rapido accenno ai menu, piuttosto simili nelle loro funzionalità complessive ma più chiari e puliti nel gioco di EA Sports, dov’è possibile accedere alle informazioni in modo più immediato. Anche in termini di “contorno” del match, FIFA 16 convince di più: alla goal cam già introdotta in passato si va a unire la famosa bomboletta spray usata dagli arbitri per sistemare la barriera sulle punizioni più pericolose, insieme all’effetto di deterioramento del campo e a una scenografia generale dello stadio che dà sempre più l’impressione di trovarsi al suo interno.

In termini di dettaglio dei volti, è invece PES 2016 a offrire sensazioni migliori: il lavoro di Konami tocca in alcuni casi il fotorealismo più spinto, risultando superiore in termini di qualità nella maggior parte dei casi riguardanti i calciatori più famosi. La vera lacuna di FIFA 16 riguarda però gli sportivi di secondo piano, ammesso che così si possa definire uno come Higuaín, praticamente irriconoscibile nella produzione canadese: si tratta solo di un esempio, visto che di casi analoghi ce ne sono tanti e PES 2016 non fa altro che accentuare questa mancanza. Passiamo al sonoro, partendo dalle telecronache: anche quest’anno in FIFA 16 troviamo come commentatori la coppia Pardo-Nava, mentre PES 2016 risponde con Caressa-Marchegiani. Limitandoci al nostro idioma possiamo dire che ci ha convinto di più quella di FIFA 16, ma c’è da dire che entrambe non brillano particolarmente nel confronto con le equivalenti in lingua inglese. Il titolo di EA Sports prosegue inoltre il lavoro svolto nella campionatura dei cori delle tifoserie, permettendo al giocatore di sentire le curve intonare esortazioni differenti a seconda delle squadre che scendono in campo.A Pranzo con PES 2016 e FIFA 16

CONCLUSIONI

Dopo aver affrontato gli aspetti principali di FIFA 16 e PES 2016, avrete capito perché non ci è possibile stabilire un vincitore a prescindere. Dove il primo torna a privilegiare un’azione più realistica e ragionata, il secondo punta un po’ di più sulla gratificazione del giocatore senza scadere nella semplicità. Dove il primo ha Premier League e Bundesliga complete di tutto, il secondo ha la magnificenza della Champions League e della sua inconfondibile musica. Dove il primo può vantare una modalità online a prova di bomba, con server efficienti e modalità appassionanti, il secondo mette in campo un’intelligenza artificiale più convincente, agevolando un maggiore interesse nei confronti della sua modalità offline. Il consiglio che vi diamo è dunque lo stesso di inizio articolo: valutate punti di forza e di debolezza di entrambe le produzioni, per poi decidere quale delle due si adatta di più a ciò che cercate in un gioco di calcio. Con la consapevolezza che si tratta in ogni caso di due prodotti assolutamente validi, ai quali una concorrenza del genere non può fare che bene.

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