PRISON ARCHITECT PC ITA

IL MIGLIO INDIE

Nonostante sia evidente come Prison Architect tragga a piene mani dalla storica tradizione di Bullfrog, c’è una differenza sostanziale tra un gioco come Theme Hospital e il nuovo gestionale sviluppato da Chris Delay e dagli altri ragazzi di Introversion Software. L’humour nero e le esilaranti situazioni che caratterizzavano il noto simulatore di ospedali lasciano qui il posto a un’esperienza più cruda e seriosa; esperienza che, sebbene sia rappresentata da una grafica cartoon e stilizzata, fin dai primi minuti sbatte in faccia al giocatore una serie di crude questioni morali che tra testoni scoppiati e malati invisibili difficilmente trovavano spazio in Theme Hospital. Nato dalle ceneri di un Subversion ormai finito nel limbo, questo gestionale a tema carcerario ha il compito di rilanciare il team britannico dopo un periodo sfortunato in termini di produzioni originali, durante il quale il gruppo è riuscito a tenersi a galla quasi esclusivamente grazie al catalogo dei suoi vecchi titoli su Steam e nei vari bundle. Di lavoro ce n’è ancora da fare fino al prossimo anno, ma la distribuzione di una versione alpha a chi ha preordinato il gioco ci ha permesso finalmente di fare la conoscenza delle sue profonde meccaniche e della sua ambientazione estremamente controversa

           VITA DI UN GALEOTTO

Il breve tutorial, dicevamo, verte tutto nella costruzione di una camera per le esecuzioni, col giocatore che passo dopo passo viene introdotto a quelle che sono le basi del gameplay. Dalla costruzione della struttura all’installazione di un’impianto elettrico, dal trasferimento del prigioniero verso la cella di contenimento all’acquisto di una sedia elettrica nuova di zecca. Tutto viene raccontato in maniera cruda e d’effetto, col detenuto che ricorda il momento in cui uccise sua moglie o che si confronta con la sua fede in Dio pochi minuti prima dell’esecuzione. Introversion ha già assicurato che di sequenze del genere ce ne saranno numerose nella campagna principale di Prison Architect, ma quello che è importante è che questa piccola infarinatura iniziale è quanto basta per riuscire a orientarsi in autonomia nell’articolata struttura sandbox del gioco. L’alpha è incentrata proprio sulla costruzione e gestione di un proprio carcere, con la possibilità di scegliere il livello di difficoltà o la grandezza del complesso penitenziario. Dopo aver realizzato le fondamenta, si passa alla costruzione delle mura scegliendo il tipo di mattoni da utilizzare, e solo successivamente si decide dove e come disporre le varie stanze, dall’ufficio del legale al reparto della sicurezza, dalle celle d’isolamento alle cucine, passando per il cortile e le docce, due posti che in più occasioni si trasformeranno in un teatro di risse, rivolte e pareggiamento dei conti.Come ci aspetterebbe da tycoon game e manageriali vecchia scuola, il giocatore è impegnato in tutta una serie di attività di macro e microgestione, a partire ovviamente dall’assunzione del personale per la gestione dei vari reparti: il lavoratore edile si occupa di trasportare strumentazioni o di costruire nuove strutture, l’inserviente ha il compito di ripulire il sangue dalle docce, e le guardie, manganello alla mano, si tengono pronte a sedare eventuali risse. A differenza di Theme Hospital, i membri dello staff non hanno, almeno per ora, una personalità unica o delle competenze specifiche: tutti gli avvocati hanno lo stesso livello di efficienza e chiedono lo stesso stipendio, ma assumendo un particolare dipendente è possibile sbloccare nuove professioni in un semplice albero delle specializzazioni. Uno degli incarichi più importanti è però quello dello psicologo, grazie al quale si possono analizzare le richieste dei detenuti allo scopo di accontentarli ed evitare che esplodano rivolte organizzate all’interno della prigione.

Nella versione alpha che abbiamo provato erano già implementate alcune delle necessità di base: nelle celle sovraffollate i carcerati possono lamentarsi per la scarsità di letti su cui dormire o per il malfunzionamento degli orinatoi, una cucina piccola e con pochi cuochi potrebbe non bastare a sfamare tutti, mentre l’assenza di telefoni può portare alcuni detenuti a sentire la mancanza della propria famiglia. Gli sviluppatori hanno rassicurato sul fatto che nella versione finale del gioco ci sarà un più ampio spettro di esigenze, ma già allo stato attuale è difficile riuscire ad accontentare tutti, tra chi sbraita perché vuole farsi una doccia e chi è riuscito a procurarsi una pistola con cui pianificare un’evasione. Nel tutorial che apre la versione alpha molti aspetti più o meno importanti non vengono neanche accennati, e così sono stati necessari diversi tentativi per riuscire a comprendere e apprezzare alcuni meccanismi. Ciascuna porta si può “programmare” per renderla accessibile o meno ai detenuti, cosa che permette di suddividere nel migliore dei modi i diversi settori della prigione e decidere quali aree sono accessibili liberamente e quali no. Ignorare completamente quest’opzione può portare a galeotti che evadono indisturbati e rivolte che esplodono perché i detenuti non riescono ad aprire la porta delle docce. Grazie al direttore della struttura è poi possibile impostare in maniera certosina il piano della giornata, alterando gli orari della pausa pranzo e della ricreazione a seconda dei bisogni dei carcerati, sebbene al giocatore venga data completa carta bianca su come amministrare la prigione: si potrà infatti creare una fortezza inespugnabile, piena di recinzioni e in cui i detenuti vengono relegati da mattina a sera in minuscole celle di contenimento protette da decine di guardie; oppure si potrà dar vita a una sorta di casa vacanze, in cui ogni cella è spaziosa e dotata di tutti i comfort, dalla TV al biliardo. Chris Delay e Mark Morris si aspettano che Prison Architect calpesterà inevitabilmente i piedi a qualcuno, specialmente negli States, dove il sistema penitenziario è al centro di pareri assai discordanti ed opinioni estremamente accese. Allo scopo di replicare la vita di un detenuto nella maniera meno superficiale e qualunquista possibile, Introversion sta chiedendo consigli a una serie di detenuti, ex-carcerati, guardie e responsabili di strutture di massima sicurezza. L’obiettivo ultimo, sia chiaro, non è quello di realizzare una simulazione pretenziosa e che si prende troppo sul serio, e anzi il team britannico vuole assolutamente restare nei confini ludici per arrivare al 2013 con un manageriale divertente ed estremamente rigiocabile.

 

La nascita di Prison Architect arriva dopo il periodo più buio di Introversion Software. Con due titoli fallimentari alle spalle e l’ombra della bancarotta che prendeva sempre più forma, non era rimasto spazio per altri errori. C’era bisogno di un’idea forte, vincente, immediata. Alcune devono essere nutrite col tempo, curate e lasciate crescere; altre ancora giungono con la velocità di una saetta e la prorompenza di una bomba. Per Chris Delay si è trattata di una grandissima intuizione, che col tempo ha trasformato Prison Architect in un titolo giocato su PC da oltre un milione di persone.
“They’re trying to build a prison”
Il gioco è in sviluppo da tanti anni ed è in early access da settembre del 2012. Da allora è stato aggiornato mensilmente e si prepara adesso alla sua prima fase di uscita, programmata il prossimo 6 ottobre. Si parla di “prima fase” perché gli sviluppatori ritengono che i tempi siano ormai maturi per far uscire il titolo dall’accesso anticipato, ma intendono comunque aggiornarlo di continuo fino a quando il mercato di Prison Architect sarà florido. Ci hanno tuttavia assicurato che si tratterà di una versione molto avanzata, che avrà aggiornamenti, migliorie e anche contenuti che arriveranno in un secondo momento.
L’idea di Introversion è stata quella di sviluppare un gestionale in cui bisogna costruire, amministrare e dirigere un carcere americano di massima sicurezza. Si comincia con un piccolo stabile da fabbricare prima che un manipolo di prigionieri giunga alla nuova destinazione, e si arriva nelle fasi più avanzate a sperimentare con la creazione di strutture di enorme complessità, dove bisogna gestire una gran quantità di mansioni, tenere d’occhio i bisogni di tutti e controllare che ogni cosa proceda senza intoppi o imprevisti di grave entità.
Quando durante la presentazione ci hanno mostrato una struttura carceraria gigantesca, abbiamo capito che la percentuale di casini che sarebbero potuti accadere lì dentro avrebbe avuto una generosa impennata. “So che sembra enorme e tutto molto complicato da tenere sotto controllo, ma questo è in realtà un carcere di medie dimensioni”, mi ha spiegato Chris Delay, orgoglioso della creazione di uno degli utenti. “Online abbiamo trovato costruzioni migliori di quanto persino noi saremmo stati in grado di sviluppare, e siamo certi che col tempo ognuno rimarrà stupito da ciò che Prison Architect permette di fare, anche con le mod”. Non pensiate però che si tratti di un gestionale arduo da padroneggiare, perché nonostante la sua grande complessità va ammesso che è tutto molto intuitivo e chiaro. E anche piuttosto piacevole da giocare.
Fuga da Alcatraz
Come dicevamo poc’anzi, la gestione della prigione diverrà via via sempre più complessa e ricca di variabili. Non solo vi ritroverete a costruire celle, strutture carcerarie tutt’altro che semplici, impianti idrici ed elettrici e tutta una serie di aree che possano soddisfare i bisogni vostri, dei carcerati e dello staff, ma dovrete monitorare i movimenti di chi in quel luogo ci vive tutti i giorni. Per evitare che la situazione degeneri o diventi ingestibile, è necessario assumere il personale per la sicurezza e gli agenti; allo stesso modo, non si può fare a meno di un’infermeria né tanto meno di un refettorio con tanto di cuochi. E questi sono solo un paio di esempi che dicono pochissimo di tutto ciò che potrete e dovrete fare per avere a disposizione la prigione più efficiente di sempre. Naturalmente assumere personale vi costerà del denaro, ma è vero anche che senza di loro è praticamente impossibile riuscire ad avere un mantenimento delle condizioni adeguato alle esigenze. Considerate inoltre che si tratta di operazioni necessarie per sbloccare ulteriori posizioni lavorative ancora più specializzate, che possono fare la differenza quando i carcerati vanno in escandescenza o si ribellano alla prigionia o architettano piani per creare caos e tentare la fuga.
Anche i carcerati avranno i loro bisogni, e non solo fisiologici. Bisogna costantemente tenere alto il loro morale, evitare che i malcontenti si tramutino in atti di rivolta e che ci si siano adeguati spazi ricreativi. Non solo: i detenuti possono essere reinseriti socialmente, è bene occupare il loro tempo con dei lavori, dar loro modo di poter vedere i familiari e assecondare le loro vocazioni spirituali. C’è anche chi ha problemi di dipendenza dalla droga e deve vedersela con gravi crisi d’astinenza; starà dunque a voi decidere se fargli arrivare una dose o ridurlo alla depressione più nera. C’è insomma un grado di profondità elevatissimo in Prison Architect, ossia tutto ciò che serve a un gestionale ambizioso, che vuole puntare in alto.
La sua visuale a volo d’uccello e la sua realizzazione in 2D sono scelte artistiche azzeccate, che rendono il titolo immediatamente riconoscibile a una prima occhiata; l’interfaccia utente è molto intuitiva e difficilmente vi metterà in confusione. Se ha avuto così tanto successo fino a ora, non abbiamo motivo di dubitare che continuerà sulla stessa strada: Prison Architect ci ha sorpreso sul serio.

System Requirements:

  • Minimum
CPU: Intel Core2 Duo 2.4Ghz or Higher / AMD 3.0 GHz and higher
CPU Speed: Info
RAM: 4 GB
OS: Windows XP
Video Card: Nvidia 8600 / Radeon equivalent (2009 era)
Sound Card: Yes
Free Disk Space: 100 MB

Redazione Autore